2025 – Tecnica: Legno, imprimitura, nylon, filo di Scozia, rame, resina, radice – Dimensioni: 72x102x14 cm.
L’opera rappresenta l’idea che la nostra esistenza dipende da un sistema di interconnessione e cooperazione collettiva, mentre la ghiandola pineale ci ricorda che questa consapevolezza non può essere pienamente colta senza una visione più profonda, che abbraccia il mondo interiore e spirituale.
L’umanità, dunque, è chiamata a “vedere” attraverso entrambe le lenti: quella ecologica e quella interiore. Solo riconoscendo l’interdipendenza tra gli esseri viventi e coltivando una consapevolezza più alta, possiamo aspirare a una vita in equilibrio con la natura e con il nostro stesso essere. Il Micelio vede e la ghiandola pineale, insieme, ci offrono una filosofia dell’unione, in cui il microcosmo dell’individuo e il macrocosmo della natura si intrecciano in un’unica rete di vita e significato.
2025 – Tecnica: Legno, imprimitura, nylon, filo di Scozia, rame, resina, radice – Dimensioni: 72x102x14 cm.
Reggio Emilia, 7.01.2025
Il Terzo Occhio della Natura: Micelio, Ghiandola Pineale e la Visione dell’Interconnessione Universale
L’opera Il Micelio vede e il concetto filosofico legato alla ghiandola pineale si intrecciano in una riflessione profonda sull’interconnessione tra natura, umanità e coscienza. Entrambi i temi, pur appartenendo a domini apparentemente distinti – l’uno radicato nel mondo naturale e biologico, l’altro in quello della psiche e della spiritualità – convergono in un’unica narrazione che celebra l’unità fondamentale della vita e il potenziale umano di percepirla.
La rete del micelio: una visione collettiva della vita
Nel micelio, rete sotterranea che unisce gli alberi in un mutuo sostegno, si manifesta un’intelligenza naturale capace di superare l’individualismo. Gli alberi, attraverso il micelio, si scambiano risorse vitali non solo con i loro simili, ma anche con specie diverse, riconoscendo implicitamente che la propria sopravvivenza dipende dalla salute dell’intero ecosistema. Questa rete diventa simbolo di una consapevolezza ecologica che l’umanità ha spesso dimenticato: la vita non è un fenomeno isolato, ma un equilibrio fragile e interdipendente, in cui ogni essere vivente è al contempo beneficiario e donatore.
La ghiandola pineale: il centro dell’interiorità e della connessione spirituale
La ghiandola pineale, chiamata anche “Terzo occhio”, rappresenta il luogo di connessione tra mente e corpo, tra materiale e immateriale. Per Cartesio, era la sede dell’anima, il punto privilegiato dove avviene l’interazione tra res cogitans e res extensa. Questo piccolo organo, che sovrintende ai ritmi circadiani e riceve informazioni dal mondo esterno tramite la luce, è anche simbolicamente associato alla “vista interiore”, una capacità di percepire oltre il visibile, verso una dimensione più profonda della realtà.
Una filosofia dell’interconnessione
Il micelio e la ghiandola pineale, pur appartenendo a piani diversi – il primo biologico ed ecologico, il secondo neurofisiologico e spirituale – condividono un messaggio comune: la necessità di vedere ciò che solitamente sfugge alla percezione superficiale. Se il micelio incarna una rete fisica e tangibile, che collega gli alberi in un mutuo sostegno, la ghiandola pineale rappresenta una rete invisibile, un ponte tra il mondo materiale e quello immateriale, tra l’individuo e il cosmo. Entrambi suggeriscono l’esistenza di una visione superiore, un’intelligenza o consapevolezza universale che trascende l’individualità.
Il micelio e la pineale: due “occhi” della natura
Nel micelio, possiamo vedere il “terzo occhio” della natura, una rete biologica che rende possibile la sopravvivenza degli organismi attraverso la condivisione di risorse vitali. Analogamente, la ghiandola pineale, chiamata “Terzo occhio” nella tradizione spirituale, si configura come una porta verso una visione interiore, una connessione con la dimensione più profonda della realtà e con una consapevolezza collettiva.
Entrambi i simboli, dunque, offrono una visione che sfida l’individualismo dominante: il micelio ci invita a vedere la nostra dipendenza reciproca con il mondo naturale, mentre la ghiandola pineale ci esorta a esplorare l’interiorità, riconoscendo che la coscienza individuale è parte di una rete più ampia di connessione spirituale.
La luce e l’ombra: una guida verso la visione universale
Sia il micelio che la ghiandola pineale rispondono simbolicamente al gioco tra luce e oscurità. Il micelio prospera sottoterra, nascosto alla luce, ma essenziale per la vita visibile in superficie. La ghiandola pineale, al contrario, è sensibile alla luce che guida il ritmo circadiano dell’essere umano, ma la sua attività più significativa si manifesta durante il buio, dove emerge il potenziale della “vista interiore”. In entrambi i casi, la luce – reale o simbolica – diventa una guida per percepire ciò che è oltre il visibile: la rete vitale del micelio o il potenziale spirituale e cognitivo della pineale.
Una lezione per l’umanità
L’integrazione tra i due concetti offre una potente metafora per l’umanità: il micelio ci insegna che la nostra esistenza dipende da un sistema di interconnessione e cooperazione collettiva, mentre la ghiandola pineale ci ricorda che questa consapevolezza non può essere pienamente colta senza una visione più profonda, che abbraccia il mondo interiore e spirituale.
L’umanità, dunque, è chiamata a “vedere” attraverso entrambe le lenti: quella ecologica e quella interiore. Solo riconoscendo l’interdipendenza tra gli esseri viventi e coltivando una consapevolezza più alta, possiamo aspirare a una vita in equilibrio con la natura e con il nostro stesso essere. Il Micelio vede e la ghiandola pineale, insieme, ci offrono una filosofia dell’unione, in cui il microcosmo dell’individuo e il macrocosmo della natura si intrecciano in un’unica rete di vita e significato.
C. Mottola
Critico d’arte presso MACM
www.macm.com