L’umanità che vuole indossare la città come una seconda pelle senza confini o limiti. Il corpo centrale dell’opera in gommapiuma, ha come sfondo un paesaggio in continua evoluzione. Cambia la sua pelle e mostra un corpo rinnovato, double face. Questa mutazione segue la direzione dello sviluppo dell’essere umano ed è un’affermazione chiara e vera delle città che cambiano il tempo. Dai confini, come corpi e anime individuali ai confini delle città in cui viviamo, ogni linea delimita una superficie e potrebbe essere il punto di partenza per qualcosa di nuovo da scoprire. I limiti sono ovunque, le barriere ci tengono dentro o fuori gli spazi e le società. Il loro passaggio crea un incrocio di identità nell’ambiente urbano. Il modo in cui ci muoviamo ci mette in relazione con qualsiasi cosa al mondo, ci fa andare oltre i confini. Il concetto del martirio, espresso con le cuciture eseguite con il cavo della fibra ottica, usata per il collegamento degli individui, che entra ed attraversa il corpo e ne fuoriesce, crea un ritmo quasi sempre lineare ed è un percorso per un futuro possibile in quanto femmina.