Accogliere e possedere,
ritrovarsi, significa dal centro di me al centro dell’altro, avendo presente che è una questione di vita o di morte, necessaria.
L’opera: Battito regolare, schiacciato e poi espanso sangue vitale, nasce come un monumento alla mia cagnetta Kuma, morta per una tragica fatalità. Da questo il nome con chiari riferimenti ad una vitalità impossibile. Il monumento alla sua memoria è composto di materiali diversi e apparentemente stridenti tra loro, filo morbido e spilli d’acciaio, la morbidezza della tessitura sagomata anatomicamente in maniera realistica che riprende l’immagine di Kuma mentre l’uomo ha un vestito come una corazza di spilli in acciaio, quasi a determinarne una sorta di struttura-scheletro. La presenza di un piccolo guerriero che simboleggia la morte, viene dritta verso l’osservatore e si ferma al limite del pavimento del monumento. Il sentimento di appartenenza tra me e il mio vecchio cane, è racchiuso nel guinzaglio che diventa un prolungamento e parte del corpo del capo branco, il funicolo che collega il feto alla placenta e attraverso il quale passano i nutrimenti.