Perché tanta superbia, la danza dionisiaca eternamente ci tiene svegli. Qui, trascorso un breve sonno, si continua a vivere e la morte sarà lei a morire. E’ la narrazione di cene affollate e di ricevimenti che, come un ricordo, perdono plasticità. Le figure diventano solo contorno, attraversate dalla luce e si sommano guardandole in trasparenza. Al centro inizia la flagellazione rituale della giovane che va oltre la danza e il consumo del vino, espressioni dell’estasi dionisiaca e si vede il mutamento. Le gambe della fanciulla si deformano iniziando a respirare la lava. Tutto rimane sigillato e accolto dall’enorme occhio del tempo, color della luna e freddo come l’assenza.